Se il latte della mamma è poco o manca?

Con Mamme.tv, stiamo per trattare un argomento spinoso e delicato, uno di quelli che purtroppo, ha colpito diverse mamme generando in molte i sensi di colpa.
Sul web, sono numerosi i siti di maternità che danno degli utilissimi consigli sull’allattamento al seno. I corsi pre parto dedicano delle intere lezioni, su come preparare la mamma a nutrire il suo bimbo. Validi argomenti, che aiutano le neo mamme con grande fiducia a diventare “l’alimento” indispensabile per il proprio piccolo.

Questo perché il latte materno è il miglior cibo che possiamo dare al nostro bambino, non solo, l’allattamento al seno è un grande gesto d’amore, fatto di tenacia e coraggio. L’emozione e la sensazione di avere il proprio piccolo attaccato al seno è indescrivibile e solo una volta che ci si passa si può capire.
C’è anche da dire, però, che non è un senso così innato in tutte le mamme. I primissimi tempi, infatti, può essere difficile, sia fisicamente che emotivamente. Ci sono invece altri casi, che vede delle mamme meno fortunate. Può capitare, in alcuni casi che il latte non arriva o è insufficiente per il proprio piccolo, un colpo al cuore, una di quelle situazioni che appena hai partorito diventano sintomo di disagio e stress.
Le motivazioni possono essere tra le più varie: stress, difficoltà ad attaccarlo nella maniera giusta, capezzolo cieco o piatto, cure mediche e problemi di salute dopo il parto.
Certo ci sono una serie di associazioni che aiutano le mamme in difficoltà i consultori anche dopo il parto danno il loro utile appoggio, per le mamme in problematicità.
In alcune di queste situazioni l’allattamento artificiale diventa la soluzione più giusta per il vostro piccolo e anche per voi.
Questo è quello che è accaduto a me, il racconto che sto per fare è ovviamente del tutto personale, basato sulla mia umilissima esperienza.
Io ero di quelle che voleva allattare al seno, che mai e poi mai avrebbe pensato di vivere l’esperienza che poi ho dovuto affrontare e che mi ha creato, nelle settimane subito dopo la nascita della mia bimba, difficoltà e stress.
Avevo seguito il corso pre parto ed ero super preparata su come affrontare l’allattamento al seno, ma tra la teoria e la pratica c’è un abisso enorme.
La prima difficoltà è che io ho un capezzolo piatto, situazione che avevo già preso in considerazione, cercando di “prepararlo” con una siringa senza ago per cercare di stimolarlo settimane prima del parto.
Questo è stato solo uno dei tanti piccoli problemi. Ho avuto un cesareo non programmato, che mi ha provocato una forte dose di stress fisico ed emotivo. Ho avuto la fortuna di essere assistita in una clinica che sostiene l’allattamento al seno, ma non è bastato. La mia piccola, l’ho attaccata al seno un’ora dopo il parto ed è stata l’emozione più bella della mia vita. La piccolina l’avevo in stanza con me tutto il giorno e devo dire che i primissimi giorni in ospedale sono andati abbastanza bene. La ripresa fisica, dopo il cesareo è però difficile e non riuscivo a stare molto in piedi così come era una impresa anche solo mettermi in una posizione comoda per allattarla nel modo giusto. La notte non riuscivo a tenerla con me, perché avevo “paura” di non riuscire a rimetterla nel suo lettino o di schiacciarla nel letto con me, visto che ogni movimento era fonte di dolore e scomodità!
Avevo il seno gonfio e tantissimo colostro, situazione che mi ha fatto ben sperare, ma in clinica già si erano accorti che era insufficiente, tanto che in dimissione la pediatra mi ha messo in “allarme” dicendomi che se il latte non fosse arrivato entro qualche giorno, avrei dovuto prendere in considerazione di darle le aggiunte notturne. Tornata a casa, ho dovuto comprare un paracapezzolo, perché la mia piccolina proprio non ci riusciva ad attaccarsi bene al mio seno. Ma chi li ha inventati? Sono scomodissimi! Lei proprio non lo gradiva! Il risultato lei ciucciava male, e io continuavo ad avere solo colostro nonostante la tenessi 24 h su 24 attaccata. Dopo quattro giorni estenuanti dove, non riuscivo a fare niente, nemmeno a mangiare a tavola o prendere un bicchiere d’acqua, è subentrato un altro problema, mi veniva la sera la febbre alta. Dopo pochi giorni ho scoperto di avere una piccola infezione, che ha necessitato l’utilizzo di antibiotico e antitrombotico!
Alla fine ero esausta, la mia bambina affamata, ho chiamato il mio pediatra, che mi ha subito consigliato di iniziare a dare l’aggiunta che la bambina aveva fame.
Da quando ha cominciato con il biberon, io sono rifiorita e anche lei, povera piccola.
La notte dormiva e anche il giorno, e io piano piano riuscivo a rimettermi in sesto. Per due settimane, ho continuato ad attaccarla, ma il latte proprio non è arrivato, alla fine mi sono rassegnata e ho continuato con il latte artificiale.
Mi è dispiaciuto tantissimo, credevo di aver fallito e che lei, non avendo il mio seno, si legasse di meno a me, che non mi sentisse totalmente, come io volevo.
Dopo qualche settimane di sensi di colpa, io e lei ci siamo conosciute e adesso, anche se non ha avuto il mio seno, per lei sono il centro del mondo!
E’ capitata a qualcuno di voi, un’esperienza simile alla mia?

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