Il rapporto dei padri coi loro figli piccoli

Com’è il rapporto dei padri italiani coi loro figli? E’ cambiato qualcosa nel proseguo degli anni, coi cambiamenti inevitabili avvenuti nella nostra società? Chiaramente, parleremo qui del comportamento dei padri coi loro figli piccoli.

Ricerche recenti sottolineano la scarsa attitudine dei padri a giocare con i loro bambini. Il risultato? Solo 10 o 15 minuti al giorno, il tempo che loro dedicherebbero a giocare coi figli, piuttosto scoraggiante se rapportato al comportamento dei papà residenti in altri Paesi. Vediamo un po’ le tappe di un rapporto, magari non facile, ma molto importante e decisivo.
Dai 0 ai 3 anni d’età, il padre dovrà essere, innanzitutto, presente poi protettivo e cercando di stimolare l’autonomia del piccolo. Successivamente, un bravo papà dovrebbe stimolare le prime attitudini che emergono nel figlio e ciò lo si può fare con giochi che possano incitare alla curiosità. Inizia in questo periodo una fase importante anche dal punto di vista dell’educazione. Quando il bambino incomincerà ad andare a scuola, il padre dovrà essere bravo ad incitare il figlio e, all’occorrenza, pure determinato nel cercare di fargli comprendere gli eventuali sbagli. Dai 10 anni in poi, diciamo fino all’inizio dell’adolescenza, il papà cercherà di indicare i cosiddetti sani principi, i valori.
Tutto ciò non è proprio un compito facile e deve essere condiviso con la mamma del bambino. Del resto non è più come una volta, tutti e due i genitori lavorano e la loro presenza deve essere gestita al meglio per evitare la solitudine del bambino, una situazione, questa, assolutamente da evitare.

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