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I disturbi del linguaggio

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Non sempre tutto può filare liscio e può emergere qualche problema fastidioso, che porterebbe a far preoccupare anche molto i genitori. Quali? Ad esempio, i disturbi del linguaggio o della vista. Qui affronteremo, brevemente, la prima problematica, già vasta di suo.

 

Il primo vagito del neonato è, si può dire, la prima forma di linguaggio; poi il bimbo progredisce nel corso di tutta l’infanzia. La varietà delle cose che circondano il bambino, il forte ed impellente desiderio di esplorare la realtà circostante, il tutto associato ad una normale curiosità, portano al volere domandare, chiedere e, dunque, comunicare. Ripetizioni di parole, o sillabe, oppure di frasi addirittura intere, sono situazioni molto frequenti in questa prima fase del linguaggio del piccolo. Attenzione, però, ad alcuni segnali iniziali di balbuzie. C’è quella cosiddetta “primaria” che è transitoria, ed è tipica dell’età infantile. Vi sono alcune esitazioni o, meglio ancora, ripetizioni sillabiche iniziali. Tutto si risolve nel 70% dei casi in modo spontaneo, mentre una piccola parte di questo “campione”, necessita di intervento esterno da parte di uno specialista. Ecco, invece, un elenco di alcuni comuni disturbi del linguaggio: balbuzie, dislessie, dislalie funzionali ed organiche. Per tutto questo c’è la disciplina della logopedia, che si occupa proprio delle rieducazione del linguaggio, della voce nelle varie fasi della vita ma, in particolare, in quella evolutiva e del periodo adolescenziale.
La troppa ansia da parte dei genitori è da evitare, ma l’attenzione deve rimanere costante e, nel caso di disturbi del linguaggio, ci sono ottime probabilità di risolvere il tutto.

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