Cos’è la dislessia?

Spesso sentiamo parlare della dislessia, il tutto riferito anche ai bambini, ma cosa vuol dire con maggior precisione?

Si tratta di un disturbo che rientra in quelli “specifici dell’apprendimento”, chiamati in codice DSA. I soggetti colpiti mostrano palese difficoltà nel leggere con una certa velocità ad alta voce. E nel bambino cosa succede? Costui non riesce ad automatizzare bene il processo di lettura e, quindi, rimarrà inevitabilmente indietro rispetto ai suoi compagni di scuola. I bambini dislessici sono intelligenti e non hanno nessun tipo di disturbo dal punto di vista metacognitivo. Perciò è solo un problema legato alla decodifica, non un disturbo mentale. La diagnosi vera e propria può essere effettuata a partire dalla fine del secondo o terzo anno della scuola primaria. Un bimbo dislessico si riconosce dal fatto che si mette a leggere in maniera molto stentata e colma di errori. E le mamme cosa possono fare in tutto questo? Se ci dovesse essere un forte sospetto di dislessia, ci si potrà, senz’altro, rivolgere al pediatra, il quale attiverà un percorso di approfondimento diagnostico svolto, però, dal un neuropsichiatra infantile e dallo psicologo specialista in Disturbi Specifici di Apprendimento. Essendo un disturbo congenito, ogni percorso terapeutico dovà essere personalizzato in relazione al soggetto. Per prima cosa occorrerà focalizzarsi in modo opportuno sulle competenze di base percettivo-motorie e meta-fonologiche e, solo successivamente, su mezzi specifici per facilitare le lettura.

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