Il rito universale del cullare un bambino

Cullare un bimbo è qualcosa che accomuna tutte le mamme del mondo. In questo, per fortuna, non ci sono così tante differenze ed è senz’altro uno dei gesti più belli. Qualcuno, addirittura, arriva a parlare perfino di arte del cullare un bambino.

Dobbiamo subito dire che è attraverso la mamma che il bimbo impara a distinguere il proprio corpo da quello degli altri. Più grande ed intenso sarà il contatto con la propria madre e più, di solito, risulterà maggiore la sua capacità di autonomia. Grazie al suo essere cullato e coccolato, il neonato riuscirà piano piano ad ottenere la capacità di mantenere l’equilibrio e di usare l’udito ed il tatto, ossia tutti mezzi fondamentali per prendere confidenza col mondo circostante.
Ok, ma come si culla un bambino? Non c’è, chiaramente, un metodo standard e valido per tutti, ma possiamo dire che dovrebbe essere tenuto raccolto nell’incavo del braccio, con la testa appoggiata sul cuore della mamma. Lo si culla per calmarlo, tranquillizzarlo e per farlo smettere di piangere (in tanti casi specialmente per quest’ultimo motivo!). In questo modo così bello, il bambino verrà dolcemente accompagnato sulle soglie del sonno e si addormenterà con serenità. Il cullare è affiancato molto spesso dalla recita di ninnananne, che vanno cantate con lentezza, ma non in maniera troppo monotona. Anche qui lo si fa per rassicurare il piccolo, per farlo abituare alla voce della mamma (e, perché no, anche a quella del papà!). Inutile quasi dire dei “giovamenti” che tutto ciò può avere sulla stessa mamma. Un momento, questo, di intimità col proprio figlio che, purtroppo, passerà troppo velocemente…

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