La scoliosi nei bambini e negli adolescenti

La scoliosi è un termine che, di solito, incute timore nei genitori. Sono parecchi, infatti, i bambini con problemi di scoliosi e, bisogna anche dire, che non la si può prevenire, soltanto curare. Ma di cosa si tratta, per la precisione?

Stiamo parlando di una condizione che implica una complessa curvatura laterale e di rotazione della colonna vertebrale. Piuttosto diffusa negli adolescenti è la scoliosi idiopatica (termine, quest’ultimo, usato per definire una patologia non dovuta a cause esterne note, ovvero senza causa apparente). Tuttavia, è importante saper distinguere la scoliosi dalle comuni alterazioni posturali che non si possono ritenere vere e proprie patologie, in quanto si tratta di atteggiamenti comunque correggibili ed a carattere, diciamo, non evolutivo.
Poi vi è la scoliosi secondaria (ossia da causa nota) che può conseguire da una molteplicità di condizioni quali, ad esempio, traumi neuromuscolari, dismetrie degli arti inferiori, alterazioni malformative, ecc.
Parlando di bambini non si può che citare la scoliosi infantile, che fa generalmente il suo esordio entro il  3° anno di età e, col tempo, regredisce in modo spontaneo. Quella, invece, giovanile (fra il 3° ed il 10° anno di età) è frequentemente evolutiva e richiede spesso il trattamento con busto ortopedico. Poi quella dell’adolescente ( a partire dal 10° anno), che è quella decisamente più comune. Non c’è un modo univoco per trattarla, ma bisogna considerare caso per caso; tuttavia nella maggioranza dei casi non portano a grosse conseguenze e scompensi.
Per quanto concerne, infine, la diagnosi, è sufficiente un esame ispettivo della colonna e l’esecuzione del cosiddetto test di flessione “forward bending test”.

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