L’aggressività nei bambini. Che fare?

Che fare con un bambino un po’ troppo dispettoso, diciamo scortese? Bisogna punirlo, spiegargli che il suo modo di fare non va bene, lasciare correre?

Sono questioni che interessano, inevitabilmente, le mamme che spesso si interrogano su come agire.
Occorre dire che alla base del dispetto vi è una forma di aggressività, ma da non intendere del tutto in maniera dispregiativa. L’aggressività è, infatti, qualcosa insita in ognuno di noi e vuol dire “movimento”, “energia” e la si può esprimere in vari modi. Solo in alcuni casi, invece, può arrivare a sfociare in reazioni esagerate e fuori controllo. C’è sempre poi un’emozione sottesa al comportamento aggressivo, ad esempio rabbia, desiderio, ma pure interesse e voglia di cimentarsi con qualcosa ritenuto stimolante. L’aggressività può sfociare, anche perché si respira un clima teso in famiglia. A casa è meglio evitare di fare assistere i bambini a momenti magari difficili e di contrasto della vita coniugale. Se dovesse, tuttavia, accadere, meglio riconoscere i rispettivi errori e spiegare un minimo il perché di determinate reazioni. L’aggressività a scuola va saputa gestire dagli insegnanti che, in casi limite, possono informare la famiglia. Ci si può comunque sempre rivolgere ad uno psicologo (costui potrà magari pensare ad opportune tecniche cognitive comportamentali), perché dietro ad ogni comportamento umano, vi è comunque sempre una causa scatenante, qualcosa che innesca il meccanismo dell’aggressività. E questo è valido pure per i bambini.

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