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Consigli pratici su come affrontare il travaglio

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come affrontare il travaglio

E’ arrivato il grande momento, sono mesi che non vedete l’ora che arrivi e adesso tocca a voi! Niente panico! Respirate, accogliete i segnali del vostro corpo… Di che cosa sto parlando? Del travaglio!
Abbiamo visto come riconoscere le contrazioni, ora vi racconto come affrontare il momento precedente alla nascita del vostro piccolino.

Sicuramente la valigia da portare all’ospedale è pronta da mesi e avete scelto con cura tutto l’occorrente che dovete avere insieme a voi. Non possono mancare indumenti comodi e perché no, anche qualche snack e dell’acqua. Mi ricordo che al corso preparto ci avevano dato questo consiglio. Questo perché il travaglio può durare poche o molte ore, non lo potete sapere. Avrete bisogno di molte energie, via libera al pieno di zuccheri e soprattutto al pieno d’acqua, che sarà vi assicuro sarà la vostra alleata!

Se insieme a voi in questo momento delicato ci sarà anche vostro marito o il vostro compagno, consigliate anche a lui di avere a portata di mano cibo, acqua e indumenti comodi.

Quando è il momento di andare in ospedale ? Quando le contrazioni avranno una cadenza regolare, saranno ogni cinque minuti o se vi si romperanno le acque.

Ci sono casi in cui si arriva all’ospedale già in preda ai dolori o quelli (come me) che si arriva senza dolori e non hai la più pallida idea di quello che accadrà dopo!

Come affrontare i dolori? Bella domanda! L’ostetrica del corso pre parto ci aveva consigliato di stare in piedi e di non rimanere nel letto. Il vostro compagno, oltre a mangiare, a bere e vestirsi comodo, vi dovrà dare una mano. Non quella che stritolerete, questo avviene nel momento delle spinte, ma un supporto fisico e un grande aiuto morale. Sono consigliati ad esempio i massaggi alla parte lombare che  allevieranno  moltissimo il vostro malessere. E’ poi sconsigliato che dica queste frasi: “come ti senti”? “ti fa molto male”? “dai che stiamo dando al mondo nostro figlio”, “cerca di sopportare il dolore”! Se volete posso scrivere le risposte ma sarebbe non web correct!

Un consiglio che sento di darvi è di essere pronte a tutto, vi assicuro che noi donne siamo estremamente coraggiose.

Io ad esempio ho affrontato un travaglio indotto dall’ossitocina. E’ stata dura ho avuto sempre il monitoraggio collegato e le ultime contrazioni sono state veramente dolorose. Il mio alleato è stato il cuscino, l’ho stritolato, ci ho parlato, l’ho accarezzato e gli ho anche urlato contro! Questo perché quando sentivo il culmine del dolore stringevo il cuscino fortissimo e poi respiravo. Mio marito era al mio fianco e devo dire che per quanto possibile ha cercato di aiutarmi. E’ stato molto sensibile e discreto, se non c’era lui a tranquillizzarmi credo che non avrei vissuto così serenamente il momento del travaglio e il suo “non risultato” visto che a me non si è aperto il parto e poi mi hanno fatto il cesareo.
In bocca al lupo! Ce la farete e soprattutto respirate!

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