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Amniocentesi: quando farla e perchè

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amniocentesi quando farla

L‘ amniocentesi è un esame importantissimo in gravidanza. Sono molti i dubbi su quando farla e perchè, qui vi racconterò un po’ nel dettaglio di cosa si tratta. 
Mi ricordo che quando ho saputo di aspettare un figlio una delle prime preoccupazioni è stata quella di avere la certezza che il mio bimbo stesse bene. Ho vissuto i primi mesi della gravidanza serenamente, ma con un velo di piccola “ansia” sino a quando non ho avuto conferma che fosse tutto a posto. 

Quando sono rimasta incinta avevo 29 anni, ho eseguito  i controlli di routine, ho effettuato il Bi Test e la Translucenza nucale e ho fatto per sicurezza qualche ecografia in più. I risultati di tutto quello che mi hanno prescritto erano ottimali, la mia dottoressa è stata quindi convinta a non farmi fare altri tipi di indagini.

Ci possono essere casi in cui però il medico può chiedere di approfondire il quadro clinico con altri esami diagnostici. Questo avviene quando ad esempio il Bi Test ha dei valori anomali, in questo caso il vostro dottore vi potrebbe consigliare di fare l’amniocentesi.

In cosa consiste l’amniocentesi?

È un esame che consiste in un prelievo trans addominale del liquido amniotico dall’utero. Dal prelievo vengono estratti dei campioni biologici che permettono di effettuare la diagnosi prenatale, stabilendo il cariotipo del bambino, per intenderci la sua “carta d’identità” cromosomica.

A che età fare l’amniocentesi?

Questo esame di solito è consigliato alle donne che hanno superato i 35 anni di età, in quanto una gravidanza in età adulta fa aumentare il rischio di patologie neonatali. Viene raccomandata ovviamente anche a quelle coppie che hanno in famiglia dei precedenti di malattie ereditarie o cromosomiche. L’amniocentesi permette di individuare problemi cromosomici come la trisomia 21, conosciuta come anche Sindrome di Down, ma anche malattie ereditarie del feto o alcune malattie del sistema nervoso centrale.

Quando fare l’ amniocentesi?

L’amniocentesi può essere praticata dalla sedicesima settimana di gravidanza, alcune volte può essere prescritta anche più tardi, oltre la ventesima settimana, in caso di gravidanze a rischio.

Come viene svolta l’amniocentesi

C’è una fase preliminare che consiste in un semplice esame ecografico che ha l’obiettivo di determinare eventuali anomalie del feto. Vengono osservate l’attività cardiaca, l’estensione della placenta, le pareti dell’utero, la posizione del feto e la quantità di liquido amniotico.
Una volta analizzati questi fattori, si passa al prelievo, qui il medico analizzerà il punto dove dovrà inserire l’ago, che dovrà essere lontano dalla placenta e dalla test del feto. L’esame preleverà circa 15 – 20 ml di liquido amniotico. Non è un esame doloroso, si prova solo un piccolo fastidio, l’esame in tutto dura circa 30 minuti. Dopo questo esame viene raccomandato alla mamma un periodo di riposo di due giorni, in cui non dovrà fare alcuno sforzo o riposare a casa.

Amniocentesi i rischi

L’amniocentesi è un esame che comporta dei rischi di aborto che vanno dallo 0.5% – 1%. Quando viene fatto l’esame i genitori vengono messi al corrente di tutti gli eventuali rischi che possono esserci e viene fatto firmare un consenso informato.

Io non l’ho fatta solo perché i miei esami e le ecografie non davano nessun tipo di segnale patologico, se però mi avessero detto che qualche cosa non andava, sicuramente con mio marito avremmo valutato attentamente di farla. 
Qualcuna di voi l’ha fatta? Volete raccontarci come è andata?

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